La notizia uscita oggi è che la Regione ha approvato una delibera, la n.52/27 del 22 novembre scorso (qui sotto in allegato), concernente la delimitazione territoriale e le disposizioni necessarie per l’operatività della Zona Franca Interclusa di Portovesme, in attuazione dell’art. 1 del D.Lgs. n. 75/1998, dove - tra le altre cose - si stabilisce "di individuare, nel mutato contesto normativo, quale Autorità competente alla realizzazione e gestione della ZFI l’Autorità di Sistema portuale del Mar di Sardegna (A.d.S.P. - Soggetto Gestore), che potrà avvalersi nell’esercizio delle proprie competenze del SICIP. In tal caso i rapporti fra i soggetti coinvolti saranno regolati da apposito Accordo di programma fra la Regione Autonoma della Sardegna, l’Autorità di Sistema portuale del Mar di Sardegna, il Sicip ed il Comune di Portoscuso".
Il Movimento Sardegna Zona Franca si chiede come mai ci sia stato bisogno di un'ulteriore deliberazione della Regione Sardegna quando ad oggi esiste, non abrogata né impugnata, la Legge n.20/2013?
E il sindaco di Portoscuso, e tutti gli altri sindaci della Sardegna, hanno capito di avere un salvadenaio che gli stanno soffiando da sotto il naso attribuendo all’Autorità portuale di Sistema del Mar di Sardegna, così viene chiamata la nuova società di gestione, anche il loro 33 per cento? Infatti, secondo l'art.1 comma 2 della Legge n. 20 del 2 agosto 2013 "la società Sardegna Free Zone dispone di un capitale sociale così ripartito: il 33 per cento fra i comuni interessati, il 33 per cento fra le autorità di gestione dei porti e il restante 34 per cento detenuto dalla Regione Autonoma della Sardegna."
In poche parole: il Bitcoin dei Comuni sardi é il 33% della Sardegna Free Zone cioé la gestione della loro zona franca, mentre con la nuova delibera firmata dalla Giunta - in palese violazione della Legge n. 20/2013 - la Regione sta cercando di ridistribuire la gestione verso un organo da essa quasi interamente controllato, in pratica controllato dalla politica.
A questo punto i sindaci sardi si troverebbero al di fuori di qualsiasi decisione riguardi la zona franca del proprio territorio, come invece stabilito dalla legge vigente. In relazione allo specifico del territorio del Sulcis, non essendosi ancora espressi i comuni di Sant'Antioco e di Gonnesa, si auspica che i relatici sindaci aprano gli occhi e non si facciano scippare ciò che può essere decisivo per la ripresa economica del proprio territorio.
Cade a pennello il prossimo convegno del Movimento Sardegna Zona Franca nel Comune di Sant'Antioco il 14 dicembre, nel quale la dott.ssa Maria Rosaria Randaccio spiegherà quali siano i vantaggi della zona franca al consumo che molti comuni sardi hanno già istituito, e quali invece i pericoli delle decisioni di una Giunta che riesce a distruggere tutto ciò in cui mette mano, vedesi Sanità, Trasporti, Agricoltura, Scuola, Economia, ecc.