Secondo l'Istat l'agricoltura è l'unico settore che nel 2013 ha registrato un incremento di valore aggiunto dello +0,3% rispetto all'anno precedente. Le aziende che assumono sono circa duecentomila e, ogni anno, se ne contano dalle cinquemila alle seimila in più.
La busta paga varia a seconda delle competenze, del grado di specializzazione ma anche delle coordinate geografiche e – quindi – della capacità di spesa delle imprese e del costo della vita per i cittadini.
E' un comparto in cui i giovani rappresentano dal 25 al 30% del totale degli addetti di settore, in cui l'apporto degli extracomunitari si aggira intorno al 15%. La retribuzione di un operaio agricolo varia a seconda del grado di specializzazione e della provincia in cui si opera. Per esempio, un operaio comune può percepire dai 5,30 ai 7 euro l'ora portando a casa in media, a fine giornata, qualcosa come 55 euro. Nei mesi di stop previsti dal ciclo biologico delle colture, per gli stagionali intervengono le indennità di disoccupazione.
Per gli operai specializzati invece la paga varia dai 10 euro l'ora in sù, fino ad arrivare a fine mese anche a stipendi che oscillano tra i 1.600 e i 1.800 euro.
Le aziende agricole continuano ad assumere e sembrano non sortire gli effetti della crisi. E i giovani italiani invece di espatriare alla ricerca di fortuna (che di solito si traduce in un posto da cameriere o di lavapiatti nelle grandi città) potrebbero iniziare a valutare di rimboccarsi letteralmente le maniche e dare il proprio contributo allo sviluppo di un settore cardine dell'economia italiana. Ci guadagneranno in salute.